SCHOLOMANCE - La cerchia d'oro by Naomi Novik

SCHOLOMANCE - La cerchia d'oro by Naomi Novik

autore:Naomi Novik [Novik, Naomi]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-06-20T12:00:00+00:00


11

La capanna

Rimanemmo tutti sospesi in quella che, a posteriori, fu una quantità infinitesimale di tempo, finché, dal momento che Orion continuava a non cercare di ucciderci, cominciammo davvero a credere che non ci avrebbe riprovato. E una volta che ne fummo sicure, di tempo ne passammo ancora un bel po’ discutendo sottovoce su cosa accidenti avremmo dovuto fare di lui. Liesel propose di lasciarlo nella scuola mentre andavamo a cercare un qualche tipo di aiuto, al che Aadhya alzò gli occhi al cielo e io non dovetti preoccuparmi di bocciare apertamente l’idea. L’ovvia soluzione successiva fu quella di portarlo dritto a New York, a casa dei suoi, solo che era ancora più ovviamente sbagliata.

«In qualsiasi altro posto vogliate portarlo, New York arriverà da lui» disse Liesel. «E se non arriverà New York, allora sarà qualcun altro. Non c’è luogo al mondo in cui si possa tranquillamente nascondere Orion Lake.»

«Farò comunque un tentativo» risposi in modo triste. «Lo porterò da mia madre.»

Non avevo la benché minima idea di cosa avrebbe fatto la mamma con Orion. In base alla passata esperienza, non voleva averci niente a che fare, se non tenere me a debita distanza da lui. Disgraziatamente, avrei anche potuto capire il suo punto di vista. Al momento, Orion non stava cercando di ucciderci ma appunto, la cosa appariva circoscritta al momento. Il terrore di trovarmi a pochi passi da lui mi faceva ancora accapponare la pelle. E del resto non soltanto a me: Liesel non gli staccava gli occhi di dosso, le mani sui fianchi pronte a sollevarsi in posizione idonea per il lancio di un incantesimo; mentre Aadhya continuava a tendere la mano davanti a me ogni volta che lo guardavo, credo a causa dello stesso istinto di fermare qualcuno, magari un bambino, o un ubriaco, che si sporge troppo da un dirupo e di cui non si crede che possa trattenersi dall’andare oltre, a rischio della vita.

Aadhya aveva ragione a non fidarsi di me. Avrei fatto subito qualsiasi cosa, per quanto stupida e avventata, per tentare di salvarlo, a parte il fatto che, a livello puramente viscerale, sentivo di non poter fare nulla che avesse un minimo di utilità. Qualsiasi cosa gli fosse accaduta, qualunque cosa gli avesse fatto Pazienza, io non avevo alcuna speranza di porvi rimedio. L’unico incantesimo in grado di funzionare che avrei potuto scagliare contro di lui, era proprio quello per lanciare il quale ero arrivata fin qui: avrei potuto guardare Orion e dirgli che era già morto, e lui avrebbe dovuto credermi, esattamente come avrebbe dovuto credermi Pazienza. Orion era sicuramente morto. Era rimasto rinchiuso nella Scholomance, da solo, con metà di tutti i nefasti esistenti al mondo e, soprattutto, con il nefasto peggiore del mondo. Ero entrata sapendo che era morto, e ne ero ancora convinta. Avrei potuto convincere anche lui.

Ciò che invece mi serviva era qualcuno che convincesse entrambi che lui era ancora vivo, che si trovava lì da qualche parte, soffocato sotto il peso di milioni di nefasti. Conoscevo una sola persona che avesse qualche possibilità di farcela, ed era la mamma.



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